Head and neck squamous cell carcinoma of the upper aerodigestive tract is well known for its frequently late presentation and diagnosis at an advanced stage. In addition, it is well recognized that it may arise in multiple sites, either synchronously or metachronously. Thus it should be imperative to endoscopically screen the upper aerodigestive tract of patients at risk for head and neck squamous cell carcinoma with a new diagnostic tool, especially due to the fact that early lesions are very difficult to detect even by multiple passes with a standard endoscopy, if they are < or = 1 cm in diameter. Lugol chromoendoscopy, which is mainly used in the oesophagus, is not suitable for the head and neck region due to severe mucosal irritation. Herein, narrow-band imaging is described, a diagnostic tool already proved as a useful screening method in other endoscopic fields, and its application in the early detection of head and neck squamous cell carcinoma is reviewed, as reported by previous studies in the otolaryngologic literature. Narrow-band imaging relies on the principle of depth of penetration of light, with the narrow-band blue light having a short wavelength (415 nm) penetrating into the mucosa and highlighting the superficial vasculature. Furthermore, the blue filter is designed to correspond to the peak absorption spectrum of haemoglobin to enhance the image of capillary vessels on surface mucosa. Thus, superficial mucosal lesions that would be missed by regular white light endoscopy, are identified, in view of their neoangiogenetic pattern of vasculature, using the blue light of the narrow-band imaging. Narrow-band imaging has been used extensively in the lower aerodigestive system, yet there are only 2 reports of applications in the region of the head and neck, specifically the oropharynx and the hypopharynx. However, these are not the only sites that can benefit from narrow-band imaging. Herewith, the uses and importance are highlighted of narrow-band imaging as a future diagnostic tool in otolaryngology, in the pre-, intra- and post-operative settings.
Il carcinoma squamocellulare della testa e del collo a livello delle vie aereo-digestive superiori è ben noto per la sua frequente presentazione tardiva e diagnosi in fase avanzata. In aggiunta, è ampiamente risaputo che queste neoplasie possono originare in aree differenti, sia con modalità sincrona che metacrona. Dovrebbe pertanto essere possibile valutare endoscopicamente le vie aereo-digestive superiori dei pazienti a rischio per carcinoma squamocellulare della testa e del collo con un nuovo strumento diagnostico, soprattutto considerando che le lesioni in fase iniziale sono molto difficili da identificare anche dopo molteplici passaggi con un normale endoscopio, soprattutto se di dimensioni pari ad 1 cm o meno. La cromoendoscopia Lugol, che è principalmente utilizzata a livello esofageo, non è applicabile a livello testa e collo per la grave irritazione mucosale che ne consegue. Descriviamo pertanto la narrow-band imaging, uno strumento diagnostico che è già stato dimostrato essere un utile metodo di valutazione in altri campi dell’endoscopia, e passiamo in rassegna la sua applicazione nella diagnosi precoce dei carcinomi squamocellulari della testa e del collo come descritto in lavori precedentemente comparsi nella letteratura otorinolaringoiatrica. La narrow-band imaging si basa sul principio della profondità di penetrazione della luce, con la luce blu a banda ristretta dotata di una breve lunghezza d’onda (415 nm) in grado di penetrare nella mucosa in modo da evidenziarne la vascolarizzazione superficiale. Inoltre, il filtro blu corrisponde al picco di assorbimento dello spettro dell’emoglobina in modo da far risaltare l’immagine dei vasi capillari a livello della superficie mucosale. In tal modo, lesioni mucosali superficiali che sfuggirebbero ad una normale valutazione endoscopica con luce bianca, vengono identificate utilizzando la luce narrow-band imaging grazie alle loro caratteristiche di vascolarizzazione neoangiogenetica. La narrow-band imaging è stata ampiamente impiegata a livello delle vie aereo-digestive inferiori, mentre esistono finora soltanto 2 studi sul suo impiego in ambito testa e collo, in particolar modo a livello di orofaringe ed ipofaringe. In ogni caso, queste non sono le uniche sedi che possono trarre beneficio dall’impiego della narrow-band imaging. Nostro scopo è pertanto quello di sottolineare gli impieghi e l’importanza della narrow-band imaging come futuro mezzo diagnostico in ambito otorinolaringoiatrico, sia in fase pre-, che intra- e post-operatoria.