Work hazards and workers' mental health: an investigation based on the fifth European Working Conditions Survey

Med Lav. 2019 Apr 19;110(2):115-129. doi: 10.23749/mdl.v110i2.7640.

Abstract

Background: Workplace hazards are a significant source of health impairment for workers and of financial losses for firms. EU directives on workers' health and safety standards significantly contributed to reduce reported occupational injuries, yet the incidence and prevalence of work-related mental illness is still very high.

Objectives: We investigated the association between work-related hazards and individuals' perceived mental health. We reviewed the existing evidence on the channels through which task-related factors, adverse agents and psychosocial factors are expected to affect workers' health, with specific regard to mental health.

Methods: We used data from the fifth wave of the European Working Conditions Survey, covering over 40,000 face-to-face interviews with workers in 34 countries, which includes information on socio-demographic characteristics, firms and jobs attributes, employment status, as well as working conditions and health status. We carried out an empirical analysis with multivariate regression models in order to estimate the relationship between workers' mental health problems and workplace risk factors.

Results: 21,020 interviews were used in the multivariate analysis. We found strong correlations between hazards and various indicators of mental health. Among hazardous agents, low temperatures (β=0.0287) and contact with infectious materials (β=0.0394) were positively associated with mental health outcomes. Among task/sequence-related factors, tiring or painful positions (β=0.0713), repetitive hand/arm movements (β=0.0255), working with VDUs (β=0.0301), repetitive tasks <10 min (β=0.0859) and working in evenings (β=0.00754) were positively associated with mental health. Various psychosocial risk factors related to both the content of the job (for example, frequent disruptive interruptions: β=0.219, working in free time: β=0.0759, poor work-life balance: β=0.228) as well as the job context (for example, bad employment prospects: β=0.177, low decisional autonomy: β=0.245, bad social relations: β=0.186, workplace violence: β=0.411) were positively associated with mental health. The main results of the decomposition show that an important contribution to workers' overall mental distress at work is associated with psychosocial risk factors (up to 60% for depression/anxiety symptoms and sleep disorders), while the contribution of somatic factors is on average lower (up to 20% for overall fatigue).

Conclusions: We argue that action is needed to improve workers' mental well-being, and reduce the economic costs for both the national health system and employers. Regulations and traditional economic measures are unlikely to prove successful in providing adequate standards of primary and secondary preventive measures in the work place without an appropriate and reliable Risk Assessment Procedure.

«Rischi sul lavoro e salute mentale dei lavoratori: un’indagine basata sulla quinta European Working Conditions Survey».

Introduzione:: I rischi sul lavoro sono una fonte significativa di danni alla salute dei lavoratori e di perdite finanziarie per le imprese. Le direttive comunitarie in materia di norme di salute e sicurezza dei lavoratori hanno contribuito a ridurre gli infortuni sul lavoro denunciati, ma l’incidenza e la prevalenza di disturbi mentali lavoro-correlati sono ancora elevate.

Obiettivi:: Viene analizzata l’associazione tra i rischi sul lavoro e la salute mentale dei lavoratori. La ricerca analizza e descrive i canali attraverso cui l’organizzazione del lavoro, le mansioni svolte, l’esposizione ad agenti pericolosi ed a fattori di rischio psicosociale sono associati alla salute dei lavoratori, con particolare riferimento alla salute mentale.

Metodi:: Lo studio fa riferimento ai dati della quinta Indagine europea sulle condizioni di lavoro, realizzata mediante l’effettuazione di oltre 40.000 interviste “faccia a faccia” con i lavoratori di 34 paesi diversi, che hanno permesso di raccogliere informazioni sulle caratteristiche socio-demografiche dei lavoratori, delle imprese e delle mansioni svolte, così come sulle condizioni di lavoro e sullo stato di salute dei lavoratori. L’analisi empirica condotta su questi dati utilizza modelli di regressione multivariata per stimare le associazioni tra fattori di rischio sul lavoro e la salute mentale dei lavoratori.

Risultati:: 21.020 interviste sono state utilizzate nella analisi multivariata. I risultati mostrano l’esistenza di forti correlazioni tra i rischi sul lavoro e vari indicatori di salute mentale. Tra i fattori di rischio, le basse temperature (β=0,0287) ed il contatto con materiale infetto (β=0,0394) hanno un’associazione positiva con gli outcomes di salute mentale. Tra i fattori legati ai compiti lavorativi, l’assunzione di posizioni stancanti o dolorose (β=0,0713), i movimenti ripetitivi della mano e/o del braccio (β=0,0255), il lavoro al videoterminale (β=0,0301), compiti lavorativi ripetitivi con frequenza di ripetizione <10 min (β=0,0859) ed il lavoro effettuato nelle ore serali(β=0,0287) hanno mostrato una associazione positiva con la salute mentale. Diversi fattori di rischio psicosociali inerenti il contenuto del lavoro (per esempio, le frequenti interruzioni disturbanti: β=0,219, il lavorare nel tempo libero: β=0,0759, l’equilibrio tra lavoro e vita extra lavorativa: β=0,228), ma anche il contesto lavorativo (per esempio le scarse possibilità di carriera: β=0,177, la scarsa autonomia decisionale: β=0,245, le insoddisfacenti relazioni sociali: β=0,186, la violenza sul posto di lavoro: β=0,411) sono associati positivamente con gli outcomes di salute mentale. I risultati mostrano che la salute mentale dei lavoratori è associata principalmente a fattori di rischio psicosociali (fino al 60% dei sintomi quali depressione/ansia e disturbi del sonno), mentre il contributo dei fattori di rischio somatici è mediamente inferiore (raggiunge il 20% se rapportato all’astenia).

Conclusioni:: Sembra indispensabile agire sia per migliorare il benessere mentale dei lavoratori sia per ridurre i costi economici a carico del Sistema Sanitario Nazionale e dei datori di lavoro. L’attuale regolamentazione per la tutela della salute occupazionale potrebbe rivelarsi, sotto questo profilo, carente ed inappropriata nell’attuazione delle necessarie misure di prevenzione primaria e secondaria sul posto di lavoro in assenza di una adeguata procedura di valutazione del rischio.

Publication types

  • Review

MeSH terms

  • Humans
  • Mental Disorders*
  • Mental Health*
  • Occupational Health*
  • Surveys and Questionnaires
  • Workplace