Vascular complications after kidney transplantation are uncommon, and in most cases they present in the early post-transplant period. Anastomotic pseudo-aneurysms usually involve the renal transplant artery anastomosis and in most cases are the consequence of a mycotic contamination during organ recovery or handling of the graft. We report the case of a 61 year-old woman, who presented, eight months after successful kidney transplantation from a deceased donor, with mild pain in the right iliac fossa. Graft sonography and computed tomography scan demonstrated a 33-mm pseudo-aneurysm of the transplant renal artery at the anastomotic site with the external iliac artery. The patient underwent an emergent surgical intervention with resection of the pseudo-aneurysm. Renal transplant artery was re-perfused with a by-pass with the internal iliac artery, while the common iliac artery was revascularized through an autologous vein by-pass between the proximal external iliac artery and the common femoral artery. Postoperative course was complicated by inguinal lymphorrea, with complete resolution on postoperative day 22. Histopathologic examination of the pseudo-aneurysm wall did not reveal any sign of mycotic infection. At 6-month follow-up, graft function was stable and graft sonography demonstrated the patency of iliac-femoral by-pass and a normal renal graft perfusion. In conclusion, pseudo-aneurysm of the renal transplant artery is a rare but potentially life-threatening complication of kidney transplantation, occurring even in the late post-transplant period. Surgical resection of the pseudo-aneurysm, although challenging, may be a valuable option for definitive treatment of the pseudo-aneurysm, while preserving the renal graft function.
Key words: Aneurysm, Deceased donor, Kidney transplantation, Pseudo-aneurysm, Renal artery Surgery, Vascular complications.
Le complicanze vascolari dopo il trapianto renale non sono comuni, e nella maggior parte dei casi si presentano nel periodo post-trapianto precoce. Gli pseudoaneurismi arteriosi coinvolgono l’anastomosi arteriosa del rene trapiantato e nella maggior parte dei casi riconoscono una eziologia micotica. Una donna di 62 anni, che è stata sottoposta otto mesi prima ad un trapianto renale, presentava un vago dolore in fossa iliaca destra. L’ecografia del rene trapiantato dimostrava la presenza di un’area ipoecogena in corrispondenza dell’ilo renale, che all’ecocolordoppler appariva riccamente vascolarizzata. La tomografia computerizzata confermava la diagnosi di pseudo-aneurisma anastomotico di 33 mm di diametro, coinvolgente l’arteria del rene trapiantato. La paziente è stata dunque sottoposta a intervento chirurgico di aneurismectomia, con successivo bypass fra arteria renale del rene trapiantato e arteria iliaca interna. La continuità arteriosa iliaca è stata dunque ristabilita attraverso un by-pass iliaco-esterno-femorale comune in vena safena invertita. L’ecocolordoppler intraoperatorio dimostrava la corretta perfusione del graft renale e la corretta pervietà del by-pass iliacofemorale. Il decorso post-operatorio è stato privo di complicanze significative, eccettuata una linforrea inguinale risolta spontaneamente in 22a giornata post-operatoria. Sei mesi dopo la procedura, la paziente è in ottime condizioni generali, con una funzionalità renale conservata e una corretta pervietà del by-pass iliacofemorale. Lo pseudo-aneurisma dell’arteria renale rappresenta una rara complicanza del trapianto renale. Nella maggior parte dei casi riconosce una eziologia micotica, spesso a causa di contaminazione diretta del graft durante le procedure di prelievo o conservazione dell’organo. Il trattamento è molto complesso, e in molti casi richiede l’espianto del graft. Tuttavia, in alcuni casi selezionati, è possibile eseguire il trattamento dell’aneurisma, preservando il rene trapiantato, come nel caso da noi descritto. In conclusione, lo pseudoaneurisma dell’arteria renale è una complicanza rara ma potenzialmente letale del trapianto renale. L’intervento chirurgico di resezione dell’aneurisma, sebbene tecnicamente complesso, consente di preservare la funzionalità del rene trapiantato.